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DiVenti: i C.F.F. e il Nomade Venerabile festeggiano con una raccolta il loro ventennale
Vent’anni nel mondo della musica, non c’è dubbio, sono un bel traguardo.
Nel loro viaggio insieme, tra il 1999 e questo 2019, i C.F.F. e il Nomade Venerabile sono passati per quattrocento concerti, in Italia e all’estero. Sei album, tra EP e LP, e una ventina di festival vinti in giro per il Paese. Per premi, riconoscimenti (di cui uno dei più prestigiosi è sicuramente la targa “Premio Speciale Matteo Salvatore” dal “Club Tenco”) e collaborazioni con artisti come Paolo Benvegnù, Yo Yo Mundi, Roberto Angelini e Franz Goria.
God Is An Astronaut, il live all’Estragon Club
Salgono alla spicciolata, alzando il braccio timidamente in segno di saluto. I primi a prendere posto sul palco dell’Estragon Club sono il bassista Niels Kinsella e il polistrumentista Robert Murphy, che sta accompagnando il trio irlandese nel tour. Li raggiunge poco dopo Lloyd Hanney, accomodandosi dietro la batteria, e, per ultimo, Torsten Kinsella, fondatore dei God Is An Astronaut insieme al fratello gemello.
Non vola una mosca, il pubblico trattiene il fiato, in attesa. Il palco è in ombra e il look total black dei musicisti non aiuta a distinguerli dallo sfondo, un cielo profondo e pieno di stelle, che trascina subito gli spettatori in uno spazio onirico, intergalattico. D’altra parte chi è stato a un concerto dei God Is An Astronaut lo sa: l’unica cosa che davvero conta è la musica. Anche i fasci di luce alle loro spalle non fanno altro che rendere le figure ancora più eteree e confuse.
God Is An Astronaut: a maggio tre date per il tour di Epitaph
Fin dal suo esordio, sedici anni fa, la band irlandese God Is An Astronaut si è conquistata la fama di essere tra i migliori gruppi strumentali post-rock in circolazione. La musica dei God Is An Astronaut fonde intense sonorità rock con atmosfere emozionanti e oniriche, canzoni dalle melodie travolgenti e dinamiche che lasciano con il fiato sospeso. I loro dischi sono veri e propri viaggi sonori, che partono da introduzioni lente e malinconiche, fino ad arrivare a rabbiose esplosioni di suono.