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Il Nuotatore, dopo sei anni il nuovo album dei Massimo Volume
Sei anni dopo “Aspettando i barbari“, il panorama intorno quella strana cosa che chiamiamo musica italiana è cambiato totalmente, ma i MassimoVolume ci sono ancora.
Diversi da tutto, fedeli solo a loro stessi e a quell’idea di unicità che fin dagli esordi ha scandito tutti i loro passi e reso ogni loro nuovo disco un’esperienza intensa e mai ripetitiva.
Con Il nuotatore, uscito il 1° febbraio per 42 records, per la prima volta nella loro storia discografica, i Massimo Volume diventano un trio formato solo dal nucleo storico della band (Egle Sommacal, Emidio Clementi e Vittoria Burattini) e confezionano un album che scava proprio nell’essenza del loro suono, mai così volutamente scarno, minimale, eppure molto caldo e pieno, grazie anche alla produzione di Giacomo Fiorenza.
Gli Stain ci raccontano ZEUS, un disco d’esordio di rabbia e speranza
Si intitola “ZEUS” il disco d’esordio degli Stain, rock band pugliese, vincitrice del Tour Music Fest. L’album, uscito lo scorso 5 ottobre, è stato realizzato con il contributo di “PUGLIA SOUNDS RECORD 2018 – REGIONE PUGLIA – FSC 2014/2020 – Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro”.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare questi quattro grintosi ragazzi di Bari. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Rompiamo subito il ghiaccio con una domanda. “Zeus” è il vostro album d’esordio: come ci sente a vedere pubblicato il proprio disco?
È uscito “Bevimi”, EP d’esordio dei LUCE
È uscito lo scorso 23 novembre “Bevimi”, EP d’esordio dei LUCE – L’Unica Cosa Essenziale, band alternative rock made in Cilento, nata nel 2014. Cinque tracce per rappresentare un mondo liquido, una metamorfosi in cui si mescolano contraddizioni e costante ricerca di cambiamento.
“Bevimi” è un invito ad ascoltare quella voce interiore che ci spinge a volere sempre di più di ciò che abbiamo. È il racconto di una presa di coscienza di quell’impercettibile – ma inarrestabile – cambiamento, che quotidianamente viviamo e che ci rende inevitabilmente diversi, giorno dopo giorno.
God Is An Astronaut, il live all’Estragon Club
Salgono alla spicciolata, alzando il braccio timidamente in segno di saluto. I primi a prendere posto sul palco dell’Estragon Club sono il bassista Niels Kinsella e il polistrumentista Robert Murphy, che sta accompagnando il trio irlandese nel tour. Li raggiunge poco dopo Lloyd Hanney, accomodandosi dietro la batteria, e, per ultimo, Torsten Kinsella, fondatore dei God Is An Astronaut insieme al fratello gemello.
Non vola una mosca, il pubblico trattiene il fiato, in attesa. Il palco è in ombra e il look total black dei musicisti non aiuta a distinguerli dallo sfondo, un cielo profondo e pieno di stelle, che trascina subito gli spettatori in uno spazio onirico, intergalattico. D’altra parte chi è stato a un concerto dei God Is An Astronaut lo sa: l’unica cosa che davvero conta è la musica. Anche i fasci di luce alle loro spalle non fanno altro che rendere le figure ancora più eteree e confuse.
God Is An Astronaut: a maggio tre date per il tour di Epitaph
Fin dal suo esordio, sedici anni fa, la band irlandese God Is An Astronaut si è conquistata la fama di essere tra i migliori gruppi strumentali post-rock in circolazione. La musica dei God Is An Astronaut fonde intense sonorità rock con atmosfere emozionanti e oniriche, canzoni dalle melodie travolgenti e dinamiche che lasciano con il fiato sospeso. I loro dischi sono veri e propri viaggi sonori, che partono da introduzioni lente e malinconiche, fino ad arrivare a rabbiose esplosioni di suono.