VI PRESENTO I KPANIC
Ciao amici di “Sulpalco”, oggi vi presento una band molto interessante, i “Kpanic”. Interessante, perché l’abbiamo vista nascere solo nel 2012, ma il livello di musica che il gruppo ci propone è molto alto, questo lo dimostra la loro vincita , alla loro prima competizione, raggiungendo proprio il primo posto. Il genere di musica che ci propongono è un mix di metal, grunge e crossover, che non tutti conoscono, è un genere che raggruppa materiale preso da più generi , superando i confini della musica tradizionale e dei suoi stili.
Quello che mi ha colpito di questo gruppo è la ritmica, a ricordare il genere crossover è proprio il suono della chitarra , tocchi delicati durante le strofe, accompagnati anche dalla ferma e pulita voce del cantante, per poi finire ad un ritmo rock durante il ritornello, dove la voce del cantante si adatta completamente al suono della chitarra e la quale, a mio avviso, si deve premiare perché non è il classico “urlo” che si è soliti sentire nel genere metal, Si può dire lo stesso del batterista che riesce a cambiare vari ritmi e a fare una buona attività di drumming .
Un’altra cosa che mi ha colpito, è il basso. Solitamente è uno strumento che viene sottovalutato, invece qui si sentono chiaramente i graffi di questo strumento, che rende la musica dei Kpanic ancora più “strana”, nel senso buono del termine, ed originali.
Pur essendo un gruppo appena nato, si nota facilmente l’esperienza degli artisti nel campo della musica, infatti ho scoperto che ognuno di loro ha un passato da musicista, non indifferente.
Alcune cose vanno migliorate, come ad esempio i volumi degli strumenti, ancora non sono tutti allo stesso livello, ma per accordare persone differenti e generi diversi ci vuole il suo tempo, di certo è che questa band prometto molto bene e sono certa che, in un prossimo futuro, avremo modo di sentir ancora parlare di loro.
Vi lascio all’intervista. E con voi ci “rileggiamo” presto.
Kpanic, benvenuti sulla nostra rivista, allora, iniziamo dalle presentazioni, chi siete, che ruolo avete nella band, cosa fate nella vita, ma soprattutto quale è il vostro rapporto con la musica.
Michele: Bentrovata e grazie innanzitutto! Siamo molto contenti di fare due chiacchiere con te e soprattutto del fatto che hai deciso di dedicarci la tua attenzione. Vengo subito al dunque, nella band, o meglio nel disco, siamo in quattro: Marco alla voce, Dave al basso, Simone alla batteria e io alla chitarra. Facciamo tutti lavori diversi ma siamo ovviamente accomunati dall’amore per la musica e dall’esigenza di realizzare qualcosa, di creare, e forse soprattutto dal bisogno di salire su un palco per portare il nostro lavoro davanti al pubblico. Ognuno di noi si è trovato quasi a smettere di suonare per qualche contingenza nel corso del tempo, ma alla fine in un modo o nell’altro ha sempre ricominciato, quindi possiamo dire che abbiamo tutti una certa forma di dipendenza, speriamo non patologica.
Come nasce il nome Kpanic? Lo avete scelto insieme , oppure lo ha deciso il vostro leader , se ne avete uno?
Dave: l’origine del nome è legata a diversi significati. Per amore di sintesi diciamo che principalmente gioca sul contrasto fra la "K" di "kernel" che è una cosa veramente informatica, inumana, digitale, e il panico, che è la manifestazione più umana e primordiale che esista. L’idea che questi opposti potessero essere riuniti in un’unica espressione ci è sembrato un ossimoro affascinante, tantopiù che in qualche modo va a rappresentare anche il contrasto principale della nostra linea compositiva, cioè quello tra arrangiamento e voce: aggressivo e graffiante il primo, tendenzialmente melodica e calda la seconda. Il nome comunque, è bene specificarlo, è KPANIC e non "kernel panic".
La band nasce solo l’anno scorso, eppure ascoltando i vostri brani si nota molta esperienza, come mai? Siete autodidatti o vi ha aiutato qualcuno? Oppure avete esperienze musicali diverse e del passato?
Simone: Qualcuno di noi è autodidatta, qualcun’altro ha preso lezioni, ma in ogni caso abbiamo tutti una certa esperienza: ognuno di noi ha suonato per anni con diverse altre band, alcune delle quali hanno avuto la fortuna di vedere palchi a volte abbastanza importanti, anche all’estero.
Come mai avete deciso il genere “Crossover”? Se non sbaglio è un genere che raggruppa più generi, è una questione di passione o un buon modo per coinvolgere un pubblico più vasto?
Dave: Più che una scelta è il risultato dei diversi contributi che si sommano in sala prove: come quasi sempre accade ognuno di noi ha le sue influenze, che solo a volte collimano con quelle degli altri elementi della band. Questo porta ad un risultato che non può non essere il ‘crossover’ delle influenze dei singoli. Ovviamente c’è una linea comune che ci mette d’accordo, altrimenti non potremmo suonare insieme: siamo musicalmente tutti più o meno figli degli del rock degli anni 90.
Come vedi non c’è una scelta vera e propria mirata al ‘mercato’, in ogni caso resta importante per noi pensare a come il pubblico si possa porre nei confronti della nostra musica, ed è una cosa a cui io per primo penso sempre. Mi chiedo spesso "cosa farei io se entrassi in un locale e sentissi la band attaccare con questo pezzo? Mi fermerei? Mi annoierei?" E così via. Sostengo che tra tutto quello che ci piace suonare, vada data la precedenza a ciò che può essere compreso e può arrivare anche agli altri. Su questo a volte stresso anche troppo i miei colleghi, io infatti sono dei quattro quello più critico ed eternamente insoddisfatto.
Siete 4 teste diverse: dietro le quinte è difficile andare d’accordo, oppure quando si parla di musica é tutto rosa e fiori? Raccontateci il dietro le quinte ?
Dave: Il lavoro in sala prove non è mai facilissimo, almeno non lo è stato in nessuna delle band dove ho suonato fino ad oggi, e i kpanic non fanno eccezione. Va detto però che siamo tutti un po’ più maturi di qualche anno fa, per cui riusciamo a trovare sempre un compromesso che funzioni per tutti senza incidenti. L’esperienza ci ha insegnato che un gruppo per riuscire ad arrivare da qualche parte deve in primis continuare ad esistere, quindi una parte del lavoro deve essere fatto anche su questo: mettersi d’accordo.
Cosa provate quando siete sul palco, prima e dopo? Ci sono dei riti che fate prima di iniziare? Una sorta di porta fortuna.
Dave: Credo che ognuno di noi la viva un po’ a modo suo, anche se ovviamente l’entusiasmo è comune. Pensando agli estremi: Michele ha una grandissima professionalità, ti arriva quasi sempre con un amplificatore di riserva, e usando due chitarre, ovviamente con due chitarre di riserva. Prima di salire sul palco si scalda sulla chitarra, non importa se sta per suonare al concerto della vita o al circolo del dopolavoro. Io invece dimentico spesso qualcosa, semino plettri dappertutto e lascio le scalette in posti improbabili. E prima di salire sul palco me ne sto in giro a chiacchierare riscaldandomi con un buon gin lemon (uno solo però)
Siete al vostro primo disco, è stato prodotto da qualcuno oppure è autoprodotto? Cosa pensate della musica indipendente?
Michele: difficile farsi un’idea sulla questione della musica indipendente. In ogni caso il nostro CD è autoprodotto. Andando avanti vedremo se ci saranno gli estremi per una produzione esterna, ovvero se qualcuno crederà in noi e se noi ci fideremo di quel qualcuno. Insomma la solita storia che hai sentito mille volte. In questa fase però non l’abbiamo nemmeno cercata: pensiamo che l’autoproduzione sia per ora la via giusta, fino a quando la band non avrà un’identità più chiara e definita. Un prodotto più personale insomma. Che poi è l’obiettivo del prossimo disco.
Avete partecipato ad un contest, forse il primo, RockAge Contest , e vi siete classificati primi, è un bel risultato, ve lo aspettavate?
Dave: E’ stato un risultato molto incoraggiante, non soltanto per il primo posto conquistato, ma anche e soprattutto per l’inaspettata risposta del pubblico sotto al palco, che va detto, non ci aveva mai visti nè sentiti prima di allora. Non avevamo ancora il disco e le selezioni le abbiamo fatte con un premix (di cui spero si siano perse le tracce haha).
Dove possiamo acquistare ed ascoltare i vostri lavori ? Quali sono i vostri contatti?
il CD è in free download su www.kpanic.it
e la nostra mail è info@kpanic.it per tutte le info generali e
booking@kpanic.it dove la nostra efficientissima Debora si preoccuperà di accordarsi con voi per le date.
inevitabile naturalmente la pagina facebook
www.facebook.com/kpanicpage
Trovate i nostri pezzi per intero anche su bandcamp
http://kpanic.bandcamp.com
o reverbnation
http://www.reverbnation.com/kpanicbandcom/
e un po’ in giro per la rete.
Progetti per il futuro? Serate in vista?
Come sai abbiamo avuto un recente cambio di lineup: Marco, che ci legge dalla Francia e che salutiamo con affetto, si è dovuto trasferire all’estero e al suo posto è arrivato Simone. Stiamo prendendo contatti per diverse serate naturalmente, ma il nuovo arrivo è anche uno stimolo per tornare a scrivere, cosa che secondo me non va assolutamente persa di vista. Il secondo disco dovrebbe essere quello dove uscirà la vera identità della band, ci aspettiamo molto, almeno artisticamente parlando, dal prossimo lavoro.