LOCUS AMOENUS
Benvenuti tra noi, Locus Amoenus, permettete la domanda, come mai questo nome? In letteratura ha il significato di un luogo idealizzato in cui si sta bene, idealizzare le cose, al giorno d’oggi non è un po’ un’ arma a doppio taglio? Perché questo nome?
Ciao Grazie a voi per averci accolto nella vostra famiglia.
Come hai già accennato il locus amoenus è un luogo in cui si sta bene; si esso era un’ accezione cara ai poeti e letterati latini che amavano immergersi nel loro “locus amoenus” non inteso soltanto come luogo reale, a contatto con la natura, ma un luogo ideale di pacificazione e rifugio dell’anima in cui trovare la giusta dimensione e ispirazione per poter oltrepassare il limite umano, scavare negli abissi più profondi della coscienza e manifestarsi attraverso le arti. L’ evasione dell’uomo dalla realtà che lo circonda ha da sempre caratterizzato la sua esistenza e permanenza sulla terra, con un occhio aperto sul mondo, sull’umanità e i suoi problemi e un altro chiuso non per pigrizia ma per permetterci, seppur utopicamente, di sognare ed immaginare una realtà diversa, idealizzare un mondo migliore e tentare di rendere quell’utopica speranza reale. Purtroppo oggi sembra non esistere un giusto equilibrio tra le cose, o si chiudono completamente o si spalancano troppo gli occhi sulle miserie umane e si finisce per essere travolti dai suoi tentacoli. Se oggi c’è un rischio, sembra essere il fare arte, o quantomeno provare ad esprimere liberamente la propria idea artistica senza essere manipolati dall’alto.
Presentatevi, i vostri nomi, che fate nella vita e perché la scelta di fare musica? Cos’è per voi la musica?
Suoniamo insieme da diversi anni e il progetto Locus Amoenus nasce nel 2010 da Alessio Vito(voce, chitarra, flauto traverso) laureando in “Discipline delle arti visive, della musica e dello spettacolo” all’università di Salerno, Raffaele Purgante(chitarra) studente di chitarra jazz al Conservatorio di Avellino, Alessandro Ragano(basso) studente di Ingegneria Informatica all’università di Salerno, il nostro istruttore di guida Mauro Cefalo(batteria) e Antonio di Filippo(Sax alto e tenore) studente di “Discipline delle arti visive, della musica e dello spettacolo” presso l’università degli studi di Salerno.
Cos’è la Musica?? Be in una sola frase che raccoglie tutto, semplicemente, “La Musica è Vita”; un’arte che ci eleva dai grigiori in cui giace spesso la condizione umana, nutre la mente, lo spirito e il cuore. E’ un rifugio costante che non ti tradisce mai e nonostante stanno provando a distruggerla in tutti i modi, resterà una Dea Immortale.
Ho letto, nella vostra biografia, che spesso avete fatto cover, anche di grandi artisti, come mai non siete rimasti su questa strada ed avete deciso di fare pezzi vostri? Al giorno d’oggi, è anche un rischio, i locali, sempre più spesso preferiscono cover a pezzi inediti, aggiungerei con grandissimo dispiacere, purtroppo, allora perché voi avete fatto questa scelta rischiosa?
Le cover sono per tutti i gruppi il punto di partenza, il collante la palestra migliore per la crescita individuale del singolo musicista e del collettivo. Quando si cresce artisticamente si ha l’esigenza di andare oltre, di poter esprimere le proprie emozioni, gioie, rabbie, dolori, sofferenze, idee e noi avevamo e abbiamo diverse cose da dire. Le cover certo, e oggi ne abbiamo la prova, sono la strada indubbiamente più semplice per un arricchimento economico, per guadagnarsi una buona fetta di ammiratori e suonare live. Buttare giù le proprie idee, la propria musica non è una scelta ma bensì dovrebbe essere un esigenza per ogni artista e musicista, anche se bisogna fare spesso attenzione dal distinguere i due ruoli.
Purtroppo oggi la situazione tribute e cover band è abbastanza deprimente, non si è più abituati all’ascolto, ancor più grave molti musicisti non ascoltano per niente musica e senza ascolto non ci si apre ad orizzonti diversi e non si nutre la creatività.
Leggevo che siete stati a Berlino, è stata un’opportunità dettata dal caso, o una vostra scelta mirata perché pensate che all’estero, a differenza dell’Italia, ci siano più opportunità per la musica emergente? Quali sono stati i risultati di questa esperienza?
Si è stata una bella esperienza musicale e di vita. Proporre la propria musica ad un pubblico diverso, tra l’altro cantando in italiano, è un banco di prova importante. La possibilità ci è stata offerta dall’ “INeedRadio Funkhaus” di Berlino e noi l’abbiamo accettata con piacere. Ci è sembrato di vedere un approccio diverso verso la musica, non si bada al genere musicale o al nome del gruppo, ma c’è un orecchio più attento all’ascolto e a ciò che quella determinata musica può esprimere. Partire in furgone poi armati di strumenti, tanto caffè e tanto cibo “on the road” poi non ha prezzo.
La cosa che mi ha colpito dei vostri pezzi è che il suono è un connubio di più generi messi insieme, forse perché ognuno di voi viene da esperienze musicali diversi? Come avete fatto a creare un prodotto così originale senza “ discutere” tra voi? Come possono unirsi il genere Jazz con il metal? Spiegatici, quali sono le difficoltà.
Si certamente ogni uno di noi ha tendenze e preferenze musicali diversi anche nell’approccio sul proprio strumento, anche se il rock progressive è una matrice comune a tutti. Più che discutere si improvvisa e si dialoga attraverso le note.
I grandi artisti e musicisti degli anni ’70 hanno dimostrato a tutto il mondo che nella musica e nelle arti non esistono barriere, che Bach, che un’orchestra può interagire con una chitarra distorta, che il folk può confondersi con il rock, che il jazz può miscelarsi con la musica d’autore o con il metal, che un concerto di musica può comprendere teatro, cinema e arti visive, che musica e poesia vanno di pari passo.
Quando si imbraca uno strumento e si inizia a suonare, nel nostro caso è quasi sempre così, la matrice comune è fare musica e creare senza badare al genere o indirizzarsi su precisi, benché labili, confini musicale. La musica è arte, la più nobile delle arti e in quanto tale non può essere racchiusa entro confini precisi.
Clessidra, è il vostro primo singolo, come è nato e che successi sta portando? Parlatemi della sua nascita
Clessidra” è la sintesi del nostro percorso musicale: è l’ opera che traduce le esperienze della band e le influenze di ognuno di noi; l’album è composto da sette brani inediti per una durata totale di circa 65 minuti di viaggio musicale con una matrice per certi aspetti comune.
Alessio si occupa , come in “Clessidra”, solitamente dei testi e delle melodie e poi da li attraverso molte session di improvvisazione si compone il puzzle di ogni pezzo con la creatività di ogni uno di noi che si lascia trasportare dalle suggestioni, emozioni del momento e da ciò che trasmette il testo. Nelle nostre interviste, solitamente, preferiamo lasciare all’ascoltatore il giudizio critico – artistico sui brani e sull’album preferiamo più parlare di ciò che si cela dietro il lavoro.
Vogliamo lanciare un messaggio che possa rimanere impresso nel cuore e nella mente dello spettatore, attraverso musica e parole cerchiamo di navigare attraversi i diversi stadi del vivere, dal perenne “inverno” in cui giace la condizione umana costretta a vivere in una realtà così labile e malata, ad una possibile salvezza che possiamo trovare solo nell’Amore, non solo inteso come amore terreno tra uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna, ma un sentimento che può e deve manifestarsi e trasmettersi anche attraverso l’arte, la musica o qualsiasi mezzo possa condurci ad una realtà migliore di quella in cui viviamo.
Viviamo in un mondo malato, in avaria, corrotto dal sistema che noi stessi abbiamo creato e che noi stessi dobbiamo cercare di distruggere. Soprattutto in quanto giovani, ci sentiamo schiacciati e impotenti di fronte al sistema ma dobbiamo trovare un modo per reagire, per andare contro corrente.
Purtroppo questa condizione si abbatte su di noi incessantemente e diventa talvolta causa dei nostri malesseri personali ma dobbiamo trovare la forza di reagire e di andare avanti attraverso ciò che abbiamo di più caro.
Come la “Clessidra” compie il suo ciclo, così il tempo scorre incessantemente, ci schiaccia, ci sembra sempre poco e che ci sfugga di mano troppo velocemente, per questo dobbiamo trovare il modo di combatterlo, sfruttandolo nel migliore dei modi possibili, in equilibrio costante tra sogno e un po’ di follia, nel tentativo di sopprimere le barriere della triste realtà che ci circonda.
Che influenza ha la musica nella vostra vita?
Certamente la musica è per ogni uno di noi, in diversa misura e approccio sentimentale e personale, fondamentale per la nostra esistenza. Provate ad immaginare un mondo senza musica, senza la “vera” musica, probabilmente al solo pensiero si potrebbe morire all’istante.
Ho visto che vi muovete parecchio, ritenete importante questa cosa, per farvi conoscere? Conosco gruppi che non mettono naso fuori , se non ne la loro città ? La loro giustificazione è perché hanno una vita personale? Quando la passione per la musica diventa uno stile di vista, come si fa a conciliare la vita personale, professionale da quella da musicista? Non tutti ci riescono, voi che ne pensate?
Il mondo in cui viviamo, i nostri paesi, non ci offrono, purtroppo, altre alternative; la fruizione di musica e arte è quanto mai misera, il sistema schiaccia chi è al di fuori dalle opprimenti leggi di mercato e dobbiamo cercare di allargare gli orizzonti per poter trasmettere i nostri messaggi. E’ difficile delle volte conciliare la passione con gli impegni che la vita ci pone davanti ma è necessario riuscire a trovare il giusto equilibrio tra le cose per potercela fare, con non poca fatica. Poi se la passione può diventare qualcosa di più impegnativo, un lavoro e non c’è cosa più gratificante di lavorare con passione, bisogna fare delle scelte, con tutti i rischi che possono derivarne.
Dove possiamo trovarvi ed acquistare i vostri brani?
Potete trovarci sulla nostra pagina Facebook fan – Locus Amoenus https://www.facebook.com/pages/Locus-Amoenus/110437145668703?fref=ts o sulla pagina amici Locus Amoenus. Troverete un anteprima del disco su https://soundcloud.com/locus-amoenus-2 dove abbiamo inserito due inediti del disco “Inverno” e i “I segni del Mio tempo” caricati anche su YuoTube nel nostro canale “LocusAmoenusProgRock”.
Per ora potete acquistare il disco fisico, con tutto il lavoro grafico che fa parte del progetto e dell’idea di “Clessidra”, oltre che ai concerti, direttamente contattandoci sulla nostra pagina FB in privato o sulla mail locusamoenus2013@gmail.com. Stiamo lavorando per mettere i brani in vendita anche on-line.
Eventi futuri?
Essendo il disco completamente autoprodotti stiamo lavorando noi stessi e organizzando un tour per la presentazione del disco. A breve comunicheremo le date sulla nostra pagina ufficiale Fb. Stiamo lavorando intando a due spettacoli live in elettrico e unplugged e ne sentirete e vedrete delle belle.