Julie’s Haircut – The Wildlife Variations

Intervista ai Julie’s Haircut, collettivo di musicisti emiliani usciti il 4 giugno con il loro nuovo EP “The Wildlife Variations” che è una coproduzione Trovarobato e WoodWorm.

 
Salve ragazzi, è uscito il 4 giugno il vostro EP "The Wildlife Variations”, quali le sensazioni e i temi che vi hanno
ispirato? Qual’è il filo conduttore di questo EP?

L’EP è il risultato di circa tre anni di lavoro in studio, condotto a fasi molto alternate. Le primissime cose le abbiamo abbozzate nel giugno 2009, gli ultimi ritocchi nella primavera di quest’anno. In sostanza, questi quattro brani sono le cose di nostra scrittura più compiute, musicalmente parlando, che abbiamo messo insieme dopo la pubblicazione dell’ultimo album Our Secret Ceremony. Da un punto di vista musicale, l’aspetto che li accomuna è un approccio compositivo di tipo "modulare", nel senso che i brani sono stati costruiti pezzo per pezzo fino alla struttura definitiva; i testi riflettono, da varie angolazioni, un interesse per il rapporto tra l’uomo e la natura e, più in generale, l’universo.

Psichedelia, progressive, elettronica …termini che spesso vi vengono attribuiti. Li ritenete corretti e quanto di questo c’è nel vostro ultimo lavoro?

Un po’ di tutto questo, anche se credo che sia fuorviante legare la nostra musica a uno o più generi. Per dire, siamo lontanissimi, anche tecnicamente, dal progressive, sebbene alcune suggestioni di quel genere si possano sentire in certe nostre cose.

In copertina c’è chiaramente scritto che parole e musiche sono vostre, c’è qualche altro nome che vorreste citare e che ha contribuito all’EP?

Sicuramente gli amici di Woodworm Music e Trovarobato, che ci stanno accompagnando in questa nuova avventura musicale. Poi Paul Houldcroft, un ragazzo inglese che si assicura che i nostri testi non contengano strafalcioni, e Gabriele Riccioni, ottimo assistente di studio.

“The Wildlife Variations” e gli stessi brani suggeriscono un legame con la natura. Quali immagini vorreste che avesse chi ascolta le vostre canzoni?

Crediamo che ogni ascoltatore possa interpretare la nostra musica come meglio gli aggrada. Noi proponiamo delle suggestioni, spetta poi ad ognuno recepirle secondo la propria sensibilità.

L’EP anticipa l’uscita del prossimo album, ci potete dare qualche anticipazione anche riguardo ai vostri prossimi progetti?

Assolutamente no. Anche perché ne siamo all’oscuro anche noi.

Quali gli elementi fondamentali nei vostri live? Quello che non può mancare?

In generale, un approccio molto viscerale. Diciamo che suoniamo meglio quando scatta la giusta empatia con il pubblico.

La vostra attività nasce sin dal 1994 e fate parte della scena indipendente italiana, che rimane tutt’oggi un mercato di nicchia, fieri di esserlo o cercate di più?

Il tentativo è sempre quello di fare musica che prima di tutto soddisfi noi stessi. Se poi questa viene compresa e ascoltata da più persone, è ancora meglio. Tuttavia è sempre più evidente che oggi, in Italia, una proposta come la nostra sembra destinata a un pubblico ristretto.

Siete una band con molta esperienza, quali le maggiori difficoltà che avete incontrato?

Quando il mercato musicale tradizionale esisteva ancora, la difficoltà principale era la distribuzione dei dischi. Oggi, forse, e paradossalmente, la difficoltà maggiore sembra derivare soprattutto dall’incredibile offerta musicale (e non solo) che si è aperta con l’avvento della rete: milioni di brani da scaricare e mai un momento per ascoltarli.

SulPalco.com si occupa molto anche di band emergenti, avete ultimamente ascoltato band che vi sono piaciute e che secondo voi meriterebbero una maggior attenzione?

Ora in Italia sembra che esista solo il neo-cantautorato, quindi lasciaci invece citare qualche nome che fa musica con un approccio internazionale e che certamente potrebbe dire la sua non solo da noi: Sycamore Age, The Perris, Dumbo Gets Mad, Drink to Me, Be Forest…

Grazie mille ai Julie’s Haircut.