Invers – Dal peggiore dei tuoi figli

 Né belli, né simpatici. Elegantemente vestiti male. Dopo ogni concerto, sempre e comunque sudati marci, così si definiscono i biellesi  Marco Barberis (voce, chitarra), Mattia Iuliano (voce, chitarra), Enrico Barberis (basso) e Mirko Losito (batteria) alle prese, dopo due ep : "Non conosco queste persone  (2008)", e "L’albero delle pietre", con il loro primo album: Dal peggiore dei tuoi figli.

Nell’ascolto complessivo l’album si presenta di non facile ascolto per le orecchie non abituate al genere (definibile alternative-post-punk) tuttavia a mio giudizio, che le orecchie allenate le ho, devo dire che nell’insieme presenta molti pregi e qualche piccolo neo. Entrando nello specifico delle canzoni la prima dell’album, "Io ti ucciderò" è un ottimo biglietto da visita di quello che sarà l’album, il testo è molto forte e di non difficile comprensione per quanto riguarda la musica non presenta suoni innovativi ma tutto ciò è ottimo per far emergere ancora di più le parole. Discorso diverso per la seconda "Non preoccupatevi di me (se fuori piove)" la mia preferita per quanto riguarda le basi e l’arrangiamento, ricorda la seconda vita dei Clash ed ha una dinamica molto dritta ma generalmente perfetta, il testo è breve ma intenso e aperto a varie interpretazioni.
Continuando con l’ascolto dell’album ci si scontra (per il mio modesto punto di vista) con "Qui fa sempre buio presto" e "Il peggiore dei tuoi figli", non male come testi ma melodie purtroppo già sentite che tendono a scomparire dai ricordi dell’ascoltatore già pochi minuti dopo, proseguendo si giunge alla 5 canzone "All’italia" che fa completamente dimenticare le due precedenti con un testo scomodo ed una base forte sicuramente non facilmente dimenticabile. Arrivando a "Buongiorno Amerca" dopo l’ascolto ci si chiede il perchè del titolo ma nel complesso la canzone suona bene e abbastanza scorrevole, per quanto riguarda il resto del disco riuscita bene la rivisitazione del brano "Mio Fratello è figlio unico".
Continuando l’ascolto il mio giudizio rispetta quanto detto sopra cioè testi ben articolati e basi a tratti dimenticabili, il disco si chiude comunque in bellezza con un tripudio di suoni e di parole della canzone "Nella Stanza Azzurra" che denota un ottimo gusto musicale, stilistico e autorale, unendo il tutto in un ottimo connubio che chiude in maniera eccellente il disco d’esordio, un po’ acerbo a tratti ma con pillole di talento che nella scena attuale italiana non sono facilmente riscontabili in termini di originalità e gusto.