Four Seasons Trio: l’intervista e l’album d’esordio, “Fra le nuvole”
La loro musica mescola jazz e canzone d’autore, in un repertorio un po’ retrò, che affonda le radici nello swing, nella bossa nova e nella musica anni Sessanta e Settanta. Si sono fatti apprezzare per il loro suono, personale e riconoscibile, per lo stile elegante e la freschezza delle esecuzioni. I testi delle loro canzoni sono una buona sintesi di ironia e romanticismo, sono leggeri, senza essere superficiali. La loro musica è divertente, senza essere banale. Stiamo parlando dei Four Seasons Trio, che da poco hanno pubblicato il loro album d’esordio, “Fra le nuvole“. Abbiamo avuto il piacere di scambiare con loro quattro chiacchiere: ecco cosa ci hanno raccontato.
Ciao a tutti e grazie per questa intervista. Cominciamo con una domanda di rito: com’è nato il Four Seasons Trio?
Pedro e Luca sono quasi parenti, perché le loro mogli sono cugine. Pedro e Sara si sono incontrati a una serata musicale e da lì a breve è nata l’idea di costruire una band. Era il 2015. Nel giro di alcuni mesi abbiamo imbastito un repertorio molto jazzy, e a Capodanno è venuto fuori il primo live. Viviamo a Bologna, anche se l’unico bolognese è in realtà Luca: Pedro è argentino, mentre Sara è siciliana, di Enna.
Perché avete scelto proprio questo nome per la band?
Il nome “Four Seasons” nasce dal fatto che inizialmente eravamo un quartetto, che comprendeva anche un batterista. Dopo un paio di mesi la formazione a 4 è però stata abbandonata, perché non ci soddisfaceva e la presenza della batteria rendeva difficile trovare ingaggi nei piccoli locali. Di lì a breve abbiamo riformato la band con l’organico più ridotto, conservando il nome Four Seasons Trio.
Alla fine del 2017 è uscito il vostro primo album di inediti, “Fra le nuvole”. Vi va di parlarcene un po’?
L’idea di introdurre brani originali non è nata subito. Inizialmente il Four Seasons Trio faceva esclusivamente intrattenimento nei locali con un repertorio di cover jazz e bossa nova. Il nostro sound riceveva molti apprezzamenti, e questo ci ha incoraggiato ad alzare il livello della proposta artistica. Luca aveva nel cassetto alcuni brani molto in linea con il nostro mondo sonoro. A questi brani se ne sono aggiunti altri 3, scritti dal papà di Sara, e un altro scritto dalla sorella, Giuliana. L’album è stato autoprodotto, grazie alla collaborazione di un amico musicista, Marco Bernardi. Abbiamo scelto di mantenere il nostro sound live, senza sovraincisioni o aumenti di organico. Il risultato ci ha molto soddisfatto. L’album comprende 8 brani originali e 3 cover.
C’è un brano che meglio vi rappresenta? A me è piaciuto molto “Parliamo ancora”, di cui avete girato anche il videoclip…
“Parliamo ancora” è un brano importante, che ci ha dato molte soddisfazioni. La scelta di ricavarne il nostro primo videoclip è stata anche un po’ coraggiosa, dal momento che non è propriamente lo stereotipo del “singolo” o la tipica hit radiofonica. Il brano che ha dato il titolo all’album è invece “Fra le nuvole”, che ci sembrava potesse riassumere abbastanza bene l’anima del Four Seasons Trio.
La vostra musica ha un sapore un po’ retrò. Si rifà alla canzone italiana, allo swing, al jazz, ma non solo… Quali sono i vostri riferimenti musicali?
Tra noi c’è una notevole diversità, sia di età che di provenienza geografica, e questo ci permette di tenere insieme sensibilità anche molto differenti. Ci siamo però incontrati facilmente su alcuni terreni comuni. Le 3 cover presenti nell’album sintetizzano alcuni mondi musicali a cui dobbiamo molto: “Rosalina” di Fabio Concato è un tributo alla canzone d’autore italiana, “E se domani” è ovviamente un omaggio alla grande Mina che è stata una fonte di ispirazione importantissima per Sara, e infine un doveroso tributo al jazz, con lo standard “Lullaby of Birdland”.
A giugno 2018 vi siete aggiudicati il 2° posto del Premio Autori Emergenti nell’ambito della Fiera Internazionale della Musica (FIM) di Milano. Secondo voi cosa piace della vostra musica?
Questo premio è stata una conferma molto importante per noi, al quale si è aggiunto un recentissimo riconoscimento da parte della Fondazione Estro Musicale di Milano. Le giurie che ci hanno premiato ci hanno detto di aver apprezzato il nostro sound personale e riconoscibile, la qualità e la freschezza delle esecuzioni e il senso estetico che esprimono le nostre canzoni. Probabilmente siamo una bella sintesi tra opposti: leggerezza e profondità, passionalità e romanticismo, ironia ed eleganza. Cerchiamo di fare musica con stile, senza rinunciare al divertimento.
Avete un pubblico ideale? Com’è il vostro rapporto con il pubblico?
Il rapporto con il pubblico nasce a si consolida nelle nostre esibizioni live. Ci piace trasportare l’ascoltatore nel nostro mondo. Ci dà molta soddisfazione riuscire a conquistare l’attenzione anche del pubblico più distratto e meno incline al nostro genere. In questo Sara è davvero bravissima e dà il massimo anche nelle situazioni più faticose. Si sta consolidando una crescente base di fan che ci seguono e ci vogliono bene. Il pubblico adulto trova più facilmente in noi un riferimento, e spesso ci ringrazia per avergli regalato emozioni e sonorità che difficilmente trovano altrove. Il pubblico giovane ci incontra il più delle volte per caso, spesso nei piccoli locali, e scopre attraverso noi dei mondi musicali a lui ignoti. Significativo l’episodio di un gruppo di 18enni che, di fronte alla presentazione di una cover di Mina, ci chiede candidamente: “E chi è Mina?”. Ecco, questa funzione culturale e anche un po’ divulgativa, ci piace molto.
Come giudicate la scena musicale attuale? Ci sono spazi per gli autori emergenti? Si riesce a vivere di musica?
Oggi fare musica è difficile. Il pubblico è distratto e disabituato all’ascolto, sommerso da stimoli sempre più invasivi e passivizzanti. Il mercato è fermo, i produttori esecutivi sono estinti, le radio non danno spazio agli emergenti, il web e i social non sono più così liberi. Oggi il mercato della musica è popolato da professioni che avvicinano gli artisti solo per vendergli servizi, anziché investire su di loro. Gli spazi per fare cose di senso sono davvero molto ristretti.
Quali sono i vostri piani per il futuro?
A breve uscirà una versione del brano “Fra le nuvole” che vedrà un ospite d’eccezione: Lele Melotti alla batteria. Stiamo poi per girare un secondo videoclip ufficiale e stiamo anche lavorando su alcuni nuovi brani originali.
Come possiamo seguirvi?
Il modo più immediato per seguirci è quello di iscriversi alla nostra pagina FB https://www.facebook.com/fourseasonstrio. Abbiamo anche un canale YT https://www.youtube.com/c/fourseasonstrio e un profilo Instagram https://www.instagram.com/fourseasonstrio/. I nostri brani originali sono ascoltabili su Soundcloud: https://soundcloud.com/fourseasons-trio
Il Four Seasons Trio è formato da:
Sara D’Angelo (voce)
Luca Cremonini (chitarra)
Pedro Judkowski (contrabbasso)