“Milano Blues 89”: Jaime Dolce’s Innersole sabato 18 gennaio allo Spazio Teatro 89
Riprendono gli appuntamenti della collaudata rassegna “Milano Blues 89”, organizzata dallo Spazio Teatro 89: sabato 18 gennaio (ore 21.30; ingresso 10-13 euro), sul palco dell’auditorium di via Fratelli Zoia 89 si esibiranno Jaime Dolce e gli Innersole, la band italiana di cui Jaime è leader, in un concerto in cui il blues si mescolerà al rock e il funk alla psichedelia.
Chitarrista, cantante e compositore, classe 1966, Jaime Scott Dolce nasce a Brooklin e cresce nella stimolante scena musicale newyorkese tra concerti e jam session. Dopo aver metabolizzato la lezione di Jimi Hendrix e dei grandi esponenti del blues metropolitano, si confronta con artisti e generi differenti: da ricordare, in particolare, le frequenti collaborazioni con Mason Casey, armonicista di Popa Chubby; Lee Finkelstein, batterista dei Tower of Power; Eric Udell, attuale bassista della Blues Brothers Band.
Jaime intraprende così una carriera solista e nel 1998 pubblica l’album “Purple Blues”. Un decennio dopo incide “Peaces”: in questo disco, alternandosi tra chitarre, basso, batteria, effetti, rumori e voce, dà sfogo alla sua vena compositiva con una serie di brani originali che esplorano i territori dell’indie rock e del nuovo blues psichedelico, in sintonia con le ultime leve dell’underground newyorkese. Nel 2010 è la volta di “Sometimes Now”, un mix di rock, blues, reggae e funk in stile Grande Mela con il quale Jaime omaggia Hendrix, Ben Harper e Doyle Bramhall (il chitarrista mancino che suona con Clapton).
I critici americani hanno definito la sua musica una sintesi tra il blues del Mississippi e il funk elettrico della Band of Gipsys di Jimi Hendrix, mentre per la rivista italiana Buscadero Jaime Dolce è “un guitar hero dalla rifinitura tagliente”. Lui, invece, si descrive così: «Il mio è il blues ruvido e graffiante della Louisiana e del Texas, unito a funk, psichedelia e southern rock alla Allman Brothers».
Il suo punto di riferimento? Jimi Hendrix: «È il mio musicista e chitarrista preferito, colui che più mi ha ispirato e influenzato, la finestra attraverso cui passa la musica, puro e perfetto bilanciamento tra emozione, anima e tecnica».
Nel 1998, in occasione dei suoi primi concerti europei, si innamora del nostro Paese (ha origini lucane e irpine) e comincia a collaborare con alcuni musicisti italiani con cui ricostituisce gli Innersole, che diventano la sua band ufficiale nei tour continentali. Partecipa ai principali festival del circuito blues, accompagna Mick Abrahams, primo chitarrista dei Jethro Tull e dei Blodwing Pig, e nel 2005 viene invitato da Zucchero, a Modena, a suonare in occasione del raduno del suo fan club. L’anno successivo il cantautore Davide Van De Sfroos lo vuole con sé nel tour “Ma vada via l’Blues” in veste di chitarra solista.
Il suo ultimo lavoro discografico (ma sta lavorando a un nuovo album) è “Elevation Blues”, uscito nel 2015: accanto a una manciata di composizioni originali il disco è impreziosito da una personale versione di “Me and the Devil Blues” di Robert Johnson (con ospite Roberto Luti alla slide guitar) e da una cover di “I Am the Walrus” dei Beatles.
Da alcuni anni Jaime Dolce vive a Parma con la sua famiglia, italiana come gli Innersole. Il sound del gruppo – un po’ electric blues, un po’ funk-rock alla Band of Gypsys di Jimi Hendrix – è l’effetto dell’unione, oltre alla voce e alla Fender Stratocaster del leader, della tastiera di Filippo Buccianelli, del basso di Andrea Tiberti e della batteria di Matteo Sodini.