DRUNK MONKEYS HOSPITAL
Nulla di più vero: un buon bicchiere di vino scioglie l’inibizione, l’imbarazzo e la timidezza, lasciando spazio alla sincerità, sempre più rara in un mondo dove l’apparire è più importante dell’essere.
In vino veritas, primo lavoro dei Drunk Monkeys Hospital, sembra proprio esser stato concepito con quella freschezza e naturalezza che sempre più spesso scarseggiano, codificando in versi e musica una visione del mondo dove non tutto è perfetto e ci sono molte cose da cambiare. Senza, però, cadere nella banalità della musica “finto-impegnata” che spesso trae la propria forza da luoghi comuni ed inconsistenti propositi rivoluzionari.
DRUNK MONKEYS HOSPITAL
Oggi incontriamo i Drunk Monkeys Hospital, gruppo emergente del panorama musicale milanese, difficilmente collocabile entro un genere e simpaticamente enigmatico sin dalla scelta del nome.
Ciao ragazzi. Iniziamo con la prima cosa che mi ha incuriosito di voi: perché Drunk Monkeys Hospital? Converrete con me che si tratta di un nome alquanto curioso.
Inizialmente era solo Drunk Monkeys. Devi sapere che a Cancellara, mio paese di origine, si associa il grado di ubriachezza ad un animale ed il massimo livello è quello della scimmia: da qui, l’affermazione “ubriaco come una scimmia”. Poi, una sera, mentre ci si rilassava dopo una cena luculliana, abbiamo visto un documentario sulle scimmie sacre: in Thailandia c’è un ospedale che cura i primati investiti dalle auto. Pertanto, abbiamo pensato di aggiungere “hospital” al nome del gruppo, per “curare” le patologie legate al falso verbo. Poi c’è un’altra versione che è la biografia del nostro MySpace: una sorta di leggenda metropolitana (molto divertente, ndr): la trovate al nostro indirizzo: www.myspace.com/drunkmonkeyshospital.