All your friends know your secrets
Prendendo tra le mani per la prima volta “All your friends know your secretes”, secondo EP dei Try Walking In My Shoes, mi aspettavo – immaginando che il nome fosse un omaggio al celebre brano dei Depeche – tutt’altro genere.
Invece questa band campana ci propone sei tracce di classico e grintoso hardcore melodico, tecnicamente di buon livello e ben costruite, in cui i concitati riff di chitarra e una dinamica di stacchi e riprese da parte della sezione ritmica concorrono a trasmettere in chi ascolta la passione e l’energia con cui i brani sono suonati.
Se è vero che gli amanti del genere non ne resterebbero delusi, è vero anche che una pecca c’è ed è la sensazione di “già sentito” che abbiamo provato ascoltando l’album. Per quanto in gamba, i TWIMS non riescono a spiccare per originalità né grazie ai testi, tutti rigorosamente in inglese, né per le sonorità, incapaci di distaccarsi da quella che è la tradizione statutiniense. Fatta eccezione per Miss Understand, a nostro avviso il brano più riuscito dell’album.
Ci auguriamo che la band riesca presto a mettere a frutto le proprie capacità, trovando, con l’esperienza, modi di esprimersi più personali e innovativi.
Orange Lem – David is a narcoleptic man
Quarto lavoro per la band cattolichina degli Orange Lem, attiva dal 2005 nella scena indie italiana; l’impatto con il disco è un po’ disorientante, le sonorità psichedeliche anni ‘80 scelte dalla band lasciano un po’ sorpresi e schivi. Il primo ascolto, devo ammetterlo, è stato un po’ difficile, ma il secondo, complice il fatto che le mie orecchie erano più preparate alle sonorità in arrivo, è stato più interessante.
Il disco ha un ritmo definito e cadenzato, a volte un po’ sonnolento perché non varia mai sul tema, ma è preciso e ben suonato anche se con una produzione decisamente essenziale.
Probabilmente merita qualche ascolto in più oltre al primo, ma oggettivamente non aiuta l’ascoltatore nella scelta del riascolto; degna di nota Hvalba, ritmata ed incalzante senza trascendere però troppo nel rock melodico e Geometric woman, a mio avviso il pezzo più originale del disco.
“The End”: l’inizio della musica libera di Fabrizio Avantaggiato
Senza musica, potremmo leggere i testi come versi di una poesia. Con la musica, le canzoni di Fabrizio Avantaggiato diventano poesie rock.
Poesie, perché i testi sono altamente introspettivi, sono immagini istantanee, frammenti di sensazioni. Rock, perché sotto le parole batte un tempo che è quello della scena musicale alternativa italiana e mondiale.
Il legame è dato dalla voce di Fabrizio, al tempo stesso energica e mediterranea, sensibile e avvolgente.
Il cantautore di Vasto ha consegnato ai suoi ascoltatori la prima demo da solista, intitolata“The End (a lofi demo)”. Due brani in italiano (Marlene, Decadente), uno in dialetto leccese (Lu Uappu), uno in inglese (Desires): una produzione che testimonia tutta la versatilità e la passione di un giovane artista che si batte per la libera circolazione della musica su internet e fin dall’inizio della carriera ha messo a disposizione i suoi brani in free download.
La mia canzone preferita? Marlene. Scaricatela su www.avafab.com