Rock’n’ Roll Head
Tre chitarre, batteria e niente basso. Questa è la formazione con cui si presentano i Dubby Dub, quartetto ferrarese nato nel 2001, da un’idea dei fratelli Pulga (H-strychnine) e di Enrico Negri (Noise). Dopo lunghe pause e altri progetti, la band esce nel 2010 con quest’album, pubblicato dalla Alka Rec., con un titolo che vuol essere dichiarazione d’intenti. “Rock’n’roll Head”, undici tracce di grunge rock, energiche e immediate, con linee melodiche semplici e dirette.
Accompagnati da una batteria sostenuta e precisa, dalle chitarre i suoni escono spigolosi, sporchi, graffianti. In puro stile grunge anni Novanta, con qualche influenza più heavy, in brani come “The head e “Think ‘bout your health”, o stoner (come in “In-coming disaster e “The hand”). Tra i brani a nostro avviso più riusciti segnaliamo “Do it or let me go”, per il riff particolare e accattivante, e “Sorrysmile”, che molto deve ai Nirvana, soprattutto per quanto riguarda la voce.
Auslander presenta… Auslander
Premesso che la musica elettronica non è un genere che ascolto troppo spesso, sono rimasta piacevolmente colpita dall’album d’esordio degli Auslander, dal titolo omonimo.
La band perugina, nata nel 2007, approda a questo risultato dopo numerosi concerti di rilievo e riconoscimenti. Tra tutti spicca la vittoria dell’Arezzo Wave 2009 e le esibizioni live sul palco dello Sziget Festival di Budapest (2009) e dell’Heineken Jammin’ Festival (2010).
Ma veniamo al disco. Nove pezzi d’impatto, in cui carica rock e sonorità elettroniche e dance si fondono, coinvolgendo l’ascoltatore in un turbine di suoni che trascinano e fanno venire voglia di muoversi. Tra gli altri la cover riuscitissima del celebre brano dei Doors, “Roadhouse Blues”.