Sinedie – Tuttodistrutto
Se pensate che il Punk sia un genere superato, allora state alla larga da “Tuttodistrutto” dei Sinedie, perché qui si suona quel Punk brutto e sporco delle origini, Sex Pistols , Ramones e Clash in testa, i testi sono in italiano e le tematiche sono improntate sul sociale. I romani Sinedie, producono questo EP di sei tracce, dopo anni dalla formazione del gruppo , segnato, come tanti altri, da alti e bassi, cambi di formazione ed inattività. E purtroppo tutto ciò si ripercuote inevitabilmente sui brani , infatti risultano “vecchi”, le tematiche trattate nei testi e il modo di approcciarsi alla forma canzone , danno la sensazione di “demo” anni ’90. Altra nota negativa, sono i soli di chitarra, che ricordano più il modo di suonare “metal” piuttosto che quello Punk. Spero che la formazione attuale sia stabile e che i Sinedie lavorino al più presto al seguito di Tuttodistrutto, noi siamo qui pronti ad ascoltare una band che comunque mette passione in quello che fa.
The Last vinci – S/T
The Last Vinci è il cantante e chitarrista Alessandro Vinci, che nel 2012, decide di lasciare l’Italia, in crisi ed appena venticinquenne, sceglie di accogliere un’offerta di lavoro all’estero e si trasferisce con moglie e figli in Irlanda, nella città di Cork. Alessandro è accompagnato, per questo disco sceglie la band torinese dei Satellite (vincitori del concorso Pagella non Solo Rock, poi Stati Generali Del Rock arrivando a rappresentare il Piemonte al festival Arezzo Wave Band 2014). Quindi anche a dispetto delle giovane età dei componenti, stiamo parlando di musicisti con delle esperienze significative alla spalle.
Novanta – Best-selling dreams
Dietro l’acronimo “Novanta” si nasconde l’ultimo progetto di Manfredi Lamartina, nome conosciuto nel panorama indie Siciliano per essere stato il chitarrista dei Moque ed ora legato ad un noto sito si musica italiano. Il nome scelto da Manfredi per la sua onemanband, fa intuire in che territori ci stiamo spingendo con l’ascolto di questo disco, otto brani che ci riportano indietro negli anni ‘90 , chitarre distorte, voce carica di effetti, una batteria elettronica molto easy e tappeti di sinth. Sinceramente un tuffo al cuore nell’ascoltare Best selling dreams. Dopo l’intro “Light changes” , le chitarre della seconda traccia “Windows” mi riportano subito in mente le ballate tormentate dei My Bloody Valentine ed i brani a seguire non sono da meno, brani strumentali con chitarre cariche di delay si alternano ad altri in cui i sinth sono protagonisti. Un album consigliato per chi come me ha superato i 30 (facciamo i 35) o per chi, tra la nuova generazione, vuole avere un esempio di come si suonava prima della diffusione di Internet.
Parados – Parados
Ho fatto ascoltare questo disco in auto a mia moglie, pensando le potesse piacere , mi sbagliavo o almeno in parte, quello che non le è piaciuto, è il modo in cui i brani di questo disco, vengono interpretate dal cantante del gruppo, ma per fortuna, mia moglie non ne capisce un cazzo di musica. Perché proprio l’interpretazione melodica dei Parados è il punto forte di questo disco , un modo di cantare che a tratti ricorda la canzone recitata alla CCCP ed alle volte gli intrecci vocali dei Beach Boy , senza dimenticare la grande lezione di melodia alla italiana dei Tiromancino (ho controllato , nessuno di questi gruppi è indicato nelle influenze della band), strumentalmente parlando siamo nella sfera dell’IndieNeoFolkRockAcusticoCantautoraleCheVaTantoDiModa.
Veivecura – Goodmorning Utopia
Genere: Ethereal Pop / Post Rock
La prima volta che ascoltai “Goodmorning Utopia” , fu nel tragitto che dalle pendici dell’Etna mi riportava a casa a Palermo, e penso che la collocazione ideale di questo disco sia questa: “il viaggio”, ma non solo nel senso letterale del termine, ma anche in quello di perdersi con la propria mente nei ricordi e nelle sensazioni piacevoli della vita, anche rimanendo fermi su una sedia.Persepolis è la prima traccia che ci introduce al disco, “Walking on Persepolis” un mantra ripetuto ossessivamente per tutta la breve durata del brano, ma altre parole sarebbero state superflue. Segue il delicato piano di “Ad Astra” filo conduttore di un brano dalle atmosfere eteree , che si alterna ad una chitarra slide ed accenni di batteria elettronica, che danno quel tocco di ritmo che rende più fruibile il tutto. La terza traccia del disco è come tradizione “il singolo” ed altro non poteva essere che “Baggio” (si proprio un omaggio al campione italiano), qui la voce si fa più presente e la tromba che ne accompagna i suoni, crea una delicata suite di 5:36.