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Neraluce
Solo poche note e già affiorano i frutti maturi di un disco che supera se stesso.
Notevoli e significative le influenze che rivestono di bianco questo album davvero gustoso, una chicca curata sotto tutti gli aspetti, che non può sfuggire di certo alla critica positiva di chi da tempo aspetta un disco vero.
Subito la voce calda ci coccola di poesia, i suoni armoniosi e distinti ci sublimano di momenti intensi di significato.
Un particolare applauso alla chitarra solista, davvero espressiva e pulita, ottima performance sia dal punto di vista tecnico che sonoro: ogni effetto al posto giusto nel momento giusto.
Gli angoli di intensità ci lasciano anche attimi di rock sanguigno e puro, con distorti pieni e cattivi, fino a che si fanno spazio i riverberi e un po’ di dolcezza tra le belle parole di Luigi.
Una band compatta ed esperta, un mix di Timoria e Pearl jam, con tanta tanta spontaneità ed originalità.
Non potevamo aspettarci altro se non questa perla del rock da un gruppo come i Nera Luce, band nata nel 2002, la cui storia tocca importanti eventi come le finali nazionali di “SanRemoRock Festival & Trend” (Febbraio 2003) e ad agosto 2004 si aggiudica la tappa di Reggio Calabria dell’I-Tim Tour.
Davvero bravi ragazzi, attendiamo anche i prossimi lavori, che sicuramente ci sapranno entusiasmare!
Le luci della centrale elettrica – Canzoni da spiaggia deturpata
La musica è infinita, come infinite sono le determinate angolazione da cui si può vedere una medesima situazione. Sono “infiniti” gli eletti musicisti atti a raccontare noi stessi, la nostra vita, il nostro mondo con le giuste parole. Signori, con in mano le chiavi di scrigni segreti, capaci, grazie ad una inusuale sensibilità, di farci caratterizzare gli universi che si muovono dentro di noi, quelli che non hanno ancora trovato la loro inimitabile via di uscita. Il resto è contorno musicale, si può comprare analogamente un chilo di pesche succose ed invitanti o un chilo di cd di Jesse McCartney. Si usufruisce delle stesse leggi di mercato, con la sostanziale differenza che con il primo avrai lo stomaco pieno, mentre certi supporti in jewel case non li puoi neanche usare come tacche per un tavolo zoppicante. Si rompono.
Ci sono dischi, poi, che superano il personale concetto di “valido ed interessante”, sono quelli che ci onorano delle loro visite rarissime volte, facendosi bramare come la più amata delle dive, lasciandoci adagiare l’orecchio su un certo livello e sconvolgendo successivamente i nostri equilibri con il suo arrivo.