Category Archives: Sensazioni
Orange Lem – David is a narcoleptic man
Quarto lavoro per la band cattolichina degli Orange Lem, attiva dal 2005 nella scena indie italiana; l’impatto con il disco è un po’ disorientante, le sonorità psichedeliche anni ‘80 scelte dalla band lasciano un po’ sorpresi e schivi. Il primo ascolto, devo ammetterlo, è stato un po’ difficile, ma il secondo, complice il fatto che le mie orecchie erano più preparate alle sonorità in arrivo, è stato più interessante.
Il disco ha un ritmo definito e cadenzato, a volte un po’ sonnolento perché non varia mai sul tema, ma è preciso e ben suonato anche se con una produzione decisamente essenziale.
Probabilmente merita qualche ascolto in più oltre al primo, ma oggettivamente non aiuta l’ascoltatore nella scelta del riascolto; degna di nota Hvalba, ritmata ed incalzante senza trascendere però troppo nel rock melodico e Geometric woman, a mio avviso il pezzo più originale del disco.
“The End”: l’inizio della musica libera di Fabrizio Avantaggiato
Senza musica, potremmo leggere i testi come versi di una poesia. Con la musica, le canzoni di Fabrizio Avantaggiato diventano poesie rock.
Poesie, perché i testi sono altamente introspettivi, sono immagini istantanee, frammenti di sensazioni. Rock, perché sotto le parole batte un tempo che è quello della scena musicale alternativa italiana e mondiale.
Il legame è dato dalla voce di Fabrizio, al tempo stesso energica e mediterranea, sensibile e avvolgente.
Il cantautore di Vasto ha consegnato ai suoi ascoltatori la prima demo da solista, intitolata“The End (a lofi demo)”. Due brani in italiano (Marlene, Decadente), uno in dialetto leccese (Lu Uappu), uno in inglese (Desires): una produzione che testimonia tutta la versatilità e la passione di un giovane artista che si batte per la libera circolazione della musica su internet e fin dall’inizio della carriera ha messo a disposizione i suoi brani in free download.
La mia canzone preferita? Marlene. Scaricatela su www.avafab.com
Puntinespansione – Trentenni sofisticati
Il secondo lavoro dei PUNTInESPANSIONE è rosso come la speranza, appuntito come l’ironia, duro come la realtà, vitale come la poesia.
Tra le 13 canzoni spuntano piccoli capolavori di cuore e sostanza e lo schiaffo dato dai palazzetti riempiti dai fan dei talent show o dalle classifiche intasate dalla solita paccottiglia, fa sempre più male. La formula standard chitarre – basso – batteria si avvantaggia della versatilità di un delizioso mandolino, la voce di Francesco Mastrangelo gioca con le parole con calda maestria, gli innesti di fiati e tastiera arricchiscono la tavolozza dei PUNTInESPANSIONE dei colori più vivi e cangianti.
Le ‘Storie di non lavoro’ di Guido Rolando ‘Giubbonsky’
Si definisce “cantastorie dei giorni nostri” Guido Rolando, in arte Giubbonsky, che approda al suo primo lavoro solista dopo una gavetta da redattore musicale e un passato da musicista in diverse band (Montenegro Tango, Officine Schwartz, Banda degli Ottoni a Scoppio, Tasselli del 6, Supersonica, Contrabbanda).
Con “Storie di non lavoro” il cantautore propone nove brani che sono nove vivide fotografie, espressione in musica di storie più che attuali, che s’ispirano alla quotidianità, con una vena ironica e provocatoria, non banale né populista.
La rivendicazione del diritto a sognare (“Non lavoro”), la critica alla “voglia di divisa”, alimentata dalla paura di vivere in città non sicure (“Città blindata”), la precarietà dei lavoratori (“Rio Preca”), la collusione tra stato e mafia (“Forza Mafia”), la necessità di avere uno spazio dove far circolare idee (“Senzacqua”), sono temi che riguardano tutti noi – o almeno dovrebbero – anche se non si tratta di nulla di nuovo.
E nemmeno particolarmente innovativi sono gli arrangiamenti che sostengono i testi, sonorità che mescolano country e folk e che attingono a piene mani dalla tradizione popolare e dal cantautorato italiano d’autore (da De Gregori a De Andrè, da Capossela a Guccini), con più di un passaggio che suona troppo (volutamente?) “già sentito”.
Ad ogni modo, sebbene tecnicamente perfettibile, “Storie di non lavoro” è un progetto interessante, che si lascia ascoltare e comprendere, nella leggerezza e nell’immediatezza con cui l’autore riesce ad affrontare temi d’impegno sociale.