Author Archives: Chiara Alaia
Laura Furci si racconta a SulPalco
Si è esibita sul palco del Bravo Caffé di Bologna per presentare i suoi ultimi lavori, Think con la tua cabeza (2013) e PaCiencia (2015), entrambi finanziati attraverso il crowdfunding. Lei è Laura Furci, musicista d’origine friulana, pianista cresciuta nella musica classica, cantante talentuosa e compositrice poliedrica. In un concerto serrato ed emozionante, Laura ha presentato al pubblico bolognese il suo ampio repertorio, spaziando dal jazz al pop, dai brani originali alle cover. Di più: trasmettendo con la voce e con il piano la sua grande energia e la passione per la musica. Musica intesa come forma d’arte e d’espressione, non come show business.
Her Skin – Head Above the Deep
Se avessi a disposizione una sola parola per descrivere la musica di Sara Ammendolia, in arte Her Skin, sceglierei d’istinto l’aggettivo “delicata”. Le sue canzoni colpiscono perché sono minimali e immediate; nella loro semplicità sono in grado di evocare atmosfere rarefatte, sognanti e malinconiche. Il suono è quello pulito, nudo, nitido della chitarra acustica (e a volte dell’ukulele), il che avvicina Her Skin più alla tradizione cantautorale folk anglosassone o nordeuropea, che a quella nostrana. Her Skin ha già all’attivo due EP, “Goodbyes and Endings” (2015) e “Head Above the Deep” (uscito nel 2016 per Tempura Dischi), che la giovanissima songwriter modenese sta presentando nei circoli di tutta Italia, in un tour fitto di date e chilometri (“4122 chilometri in una Micra bianca”, precisa Sara sulla sua fan page su Facebook).
An interview with Peter Cincotti
“Long way from home” is the new album released by Peter Cincotti, the eclectic newyorker musician, well-known also in Italy, thanks to the song “Goodbye Philadelphia” and his participation in the Sanremo Festival with Simona Molinari.
“Long way from home“, whose forthcoming release was preceded by the single of the same name and from the EP “Exit 105” (which contains 5 tracks of the album), is a challenge considering more than one point of view. From a business point of view, the album was entirely self-produced (funded through crowdfunding), taking three years of work for the composition, the arrangement, the production and the promotion. From an artistic point of view, this album represents an evolution in the musical path of Cincotti, who makes more modern the sound of the rhythmic piano, bringing in the pop music the jazz imprinting, which characterized the beginning of his career.
An Harbor – May
Ci sono album che colpiscono fin dal primo ascolto. Ci sono canzoni per cui emozionarsi viene spontaneo. Non capita spesso, ma quando capita è davvero un piacere. E “May”, album d’esordio del cantautore An Harbor (al secolo, Federico Pagani), è così. Otto tracce in cui sonorità pop, folk e rock sono mescolate con gusto e cura negli arrangiamenti. In cui riecheggia nella voce, per potenza e intenzione, lo stile di grandi come Dave Matthews o Eddie Vedder, unito ad un timbro che resta impresso e ricorda quello inconfondibile di Jeff Buckley. Otto storie in cui si alternano i temi classici del rock’n’ roll: solitudine e rabbia, amore e speranza. Dove la dimensione più intima e malinconica dei testi è accompagnata da una musica solare e orecchiabile.