Author Archives: Chiara Alaia
Un irresistibile matrimonio di suoni: intervista ai Rumba de Bodas
Il loro sound è un mix travolgente di ritmi latin e swing, di sonorità balcaniche e funky, di soul e ska. Un groove irresistibile, che sembra fatto apposta per far venire voglia di ballare anche ai più pigri. Stiamo parlando dei Rumba de Bodas, interessante realtà della scena musicale bolognese.
Nato nel 2008, il gruppo festeggia quest’anno dieci anni di attività. Dieci anni in cui i Rumba hanno portato la loro musica in giro per l’Europa, suonando in Italia, Spagna, Romania, Francia e Regno Unito. In questo periodo hanno visto la luce anche due dischi, “Just Married” (2012) e “Karnaval Fou” (2014), che hanno avuto ottimi riscontri, permettendo alla band di esibirsi su palchi di festival prestigiosi come l’Audiosoup Festival e l’Edimburgh Jazz Festival, in Scozia, o l’Ealing Jazz Festival, in Inghilterra.
Il Canzoniere di Cesare Malservisi, reinterpretato dai bandAchab
Più che un cantautore, Cesare Malservisi era un cantastorie. Interprete di racconti della Bologna d’una volta e di avvenimenti a lui contemporanei. Sapiente narratore della città, della sua Corticella, di vicende che entrano di diritto nel bagaglio culturale di una comunità, ma non solo. Molti dei protagonisti del suo “Pantheon” – come l’ha definito lo studioso Luigi Lepri – un tempo avremmo potuto incontrarli per la strada. Erano muratori, barcaioli, falegnami; e ancora: la barista che fa girare la testa ai clienti e lo scemo del quartiere, i “compagni” della sezione di partito e la suocera bigotta. Cesare Malservisi, tuttavia, non era un musicista di professione, se così si può dire. Era un maestro elementare. Era uno che imbracciava la chitarra in famiglia, tra amici o per far divertire i suoi piccoli alunni. In effetti, cominciò a scrivere canzoni per ingannare la noia della degenza, quando fu ricoverato per due mesi all’Ospedale Maggiore di Bologna nel 1987.
‘Round Coltrane, conversazione con Giacomo Bertocchi
Sono passati cinquant’anni dalla morte di John William Coltrane, appena quarantenne. È proprio in occasione di questo anniversario, con l’intento di proporre un ritratto emotivo di uno dei più grandi sassofonisti della storia del jazz, che è nata la produzione artistica ‘Round Coltrane. Uno spettacolo suggestivo, che unisce narrazione e musica, combinando le parole di Marco Vignudelli (interpretate dalla speaker di Radio Capital, Laura Gramuglia) con le musiche originali del sassofonista Giacomo Bertocchi, accompagnato alla chitarra da Lorenzo Macchiavelli. Lo spettacolo è stato presentato in anteprima al festival SpostaMenti lo scorso settembre, davanti a una sala gremita, a un pubblico col fiato sospeso. Di recente abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Giacomo Bertocchi e questo è il risultato.
Joshua Radin, il live al Locomotiv Club
La storia di Joshua Radin è probabilmente il sogno di tutti i cantautori. Suona la chitarra fin da ragazzino (un regalo del padre), ha caterve di canzoni d’amore nel cassetto, ma conduce una vita assolutamente ordinaria, sperando un giorno di diventare famoso. E poi quel giorno arriva davvero, passati i trent’anni. Zach Braff (aka JD, il protagonista di Scrubs) sente la demo di un suo brano, Winter, e decide di inserirlo nella colonna sonora di una serie TV, che ha fatto tredici milioni di spettatori solo negli Stati Uniti.
Rava, Guidi e Herbert: il concerto al Celebrazioni
Che cosa succede quando l’elettronica incontra i fraseggi del flicorno? Quando le note del piano vengono catturate e riproposte in loop, trasformandosi in basi per l’improvvisazione? Il risultato ci viene servito da un trio d’eccezione, formato dal trombettista Enrico Rava, da Giovanni Guidi al pianoforte e da Matthew Herbert, maestro britannico dell’elettronica, accompagnato dal suo assistente di scena, Hugh Jones.
Nulla è deciso o organizzato a priori: alla base del progetto c’è una drammaturgia che vive e si sviluppa interamente nel processo creativo. Gli spunti possono arrivare tanto dagli input di Herbert, quanto dalla successione di linee melodiche, sapientemente costruite da Guidi. “Nella prima fase del lavoro ci diamo delle indicazioni”, spiega Rava. “Che però alla fine possono anche non essere rispettate. La musica va da un’altra parte, siamo noi che la seguiamo. Tra noi tre non ci sono figure definite. Ci sono dei momenti in cui ognuno trascina l’altro, ci sono scambi di ruoli, ma non c’è un leader”.