Intervista agli Elettrofandango

Intervista agli Elettrofandango, gruppo veneto attivo dal 2004 che presentano il loro nuovo lavoro uscito a maggio: Achab dell’etichetta Blinde Proteus fondata da Simona Gretchen.

Salve ragazzi, a maggio è uscito il vostro ultimo lavoro Achab, parlateci di questo progetto e cosa vi ha portato a questo
concept? Libro dei Re, Moby Dick, altro?

Quello che ci ha portato a registrare AchaB è stato il tempo passato in saletta, gli ascolti nuovi e i concerti fatti. E in granparte anche la voglia di continuare a fare quello che ci piace. A noi poi piace infarcire il discorso, condirlo con atmosfere e colori
che spesso arrivano a posteriori sul suono e sull’alchimia delle vibrazioni. Achab è un insieme di sensazione prima di tutto, i concetti arrivano dopo.

Cosa c’è di nuovo rispetto ai vostri lavori precedenti? Noto una presenza importante di elettronica o sbaglio?

Soprattutto per la questione dei live. Adesso ci siamo dovuti organizzare con due chitarre e senza il basso, notando così il bisogno di bassi belli profondi. Il sintetizzatore è una buona soluzione. Ti permette di toccare frequenze inesplorabili con altri
strumenti. Con i bassi arrivi a toccare il pubblico. Si arriva a spingerlo, avvolgerlo. Sono le uniche frequenze col senso del tatto. Questo è un punto molto importante per noi ultimamente. Qualcosa che differisce dal nostro passato.
Cerchiamo nel concerto la sensazione di immersione notturna. Subacquea. Pressione e Profondità.

L’album è stato masterizzato a Brooklyn, l’etichetta è quella fondata da Simona Gretchen …oltre al vostro lavoro chi ha lasciato la propria importante impronta?

Simona ha creduto in noi e ci ha permesso di mettere il marchio BlindeProteus nel nostro disco. Noi ne siamo onorati.
Poi come al solito al nostro fianco abbiamo il sergente Eeviac. Per tutto quello che concerne grafica e affini. Lui riesce a tradurre in china il suono in una maniera stupefacente. E ovviamente anche il coverboy Antonio Campanella. Ce lo invidiano fino a Berlino un fotografo con i controcazzi come lui.

Notevole successo ha avuto il vostro album "In Quanto Già Peccato" che ha avuto ottimi riscontri, un "peso" che ha influenzato in qualche modo Achab?

Beh, la parola “peso” mi pare un po’ fuori luogo. E’ stato un bel momento e ci ha fatto conoscere fuori dalle nostre cerchie.
Solo un mattone. Non ci fermeremo di certo a questo.

Voi fate parte di quella scena indipendente italiana ancora poco considerata purtroppo, cosa ne pensate?

Probabilmente hai ragione. E’ un discorso strano. Quando si parla di noi (recensioni, live report ecc.. ) si parla sempre di musica di qualità, però anche criptica e difficile. Questo ci avrà forse tenuto un po’ da parte da certe manifestazioni, ma non
da quelle che ci interessano di più. Tutto sommato infatti siamo riusciti a girare tutta l’ Italia, e abbiamo anche la consapevolezza che quando suoniamo la gente non rimane per niente indifferente. Siamo orgogliosi di sentire parlare dei nostri concerti come tra i migliori live set in italia. E ultimamente li vediamo sempre più affollati.

Rock,Hardcore in italiano, scelta difficile che io ho sempre apprezzato, pensate che questo vi possa penalizzare o aiutare?

Non ci siamo mai posti il problema. Il discorso sta piuttosto nel cercare di distaccarsi da certi gruppi italiani che cantano in italiano e che fanno ridere. Noi abbiamo sempre fatto così. Con naturalezza. Prendi i Rammstein o i Laibach, cantano in tedesco, ma suonano in tutto il mondo. Quindi…

I vostri prossimi passi e come facciamo a rimanere sempre aggiornati?

Prossimi passi? Un altro disco a breve, un po’ di remix, concerti all’estero e altre cose decisamente gustose. In Internet si trova tutto a proposito degli EF.

Un grazie sincero agli Elettrofandango