One Way Ticket

Ciao, conosciamo meglio la vostra band, presentatevi ai nostri lettori. come e quando siete nati?
Ci siamo incontrati casualmente, tramite annunci su internet. Per un motivo o per l’altro ognuno di noi era fermo da un po’, ma avevamo tutti una gran voglia di riprendere la nostra passione… e quello che è nato come un gioco è diventato presto molto più serio ed ora eccoci qua, con un gran voglia di continuare a divertirci e divertire…

Cosa significa One Way Ticket? Come avete scelto questo nome?
Il Biglietto di sola andata ha un significato poco definito per noi. Probabilmente questa esperienza è intesa da tutti come un Viaggio, che speriamo ci porti alla “meta” desiderata, dalla quale non vorremmo mai tornare.

Come fai ad avere una voce così? 🙂 il genere che producete è un adattamento alla tua voce? cioè il tuo modo di cantare ha dato la direzione al Vs suono?
Non puntiamo sulle peculiarità di nessuno in particolare. Cerchiamo di tirare fuori un nostro sound, e di “adattarci” l’un l’altro…e adattare il tutto alle canzoni. Puntiamo piu’ che altro al risultato finale che un brano può dare. Niente prime donne solo un suono che qualcuno ha definito “Tellurico”

Come siete arrivati al contatto con il Red House Recordings? Parlateci un po’ di questa esperienza
Registare al Red House è stato bellissimo. David Lenci è riuscito a tirar fuori da tutti noi esattamente quello che noi stessi ci aspettavamo e Antonio Piazza è diventato indispensabile per muoverci all’interno del complicato mondo della musica. Abbiamo lavorato con dei veri professionisti, ed il risultato ci ha soddisfatti. Siamo stati noi a contattare loro e a inviargli le nostre demo

State registrando il primo album, a che punto è la lavorazione?
Per adesso abbiamo registrato solo 3 brani, per saggiare anche le prime impressioni in giro. Ci sono arrivate delle proposte allettanti, ma non posso aggiungere altro…sai, noi Terroni siamo scaramantici.

Tra le Vs principali influenze citate giustamente Soundgarden e Temple of The Dog ma anche Incubus, che personalmente non ho riscontrato nel tre brani promozionali, ci saranno quindi sorprese nell’album in uscita?
Sicuramente si. Abbiamo in cantiere dei brani un po’ più complessi di quelli già registrati….forse la naturale evoluzione ma avrete modo di ascoltarli presto.

Come nasce la vostra musica?
La maggior parte dei brani nascono dalla mia “penna”, li compongo con una chitarra acustica e li porto alle prove. Da quel momento in poi diventa un brano dei One Way Ticket, perché viene sempre arricchito di elementi e idee. Spesso capita che l’idea originale si evolva diversamente dall’idea iniziale. Il nostro è una lavoro di gruppo e il risultato è sempre soddisfacente e suona sempre in maniera personale, ed è questo che conta.

Chi scrive i testi e di cosa parlano?
Ogni mia canzone è ispirata da qualcuno (ma direi più “qualcuna”), e raramente ad avvenimenti che vivo in prima persona. Sono scritte sempre seguendo un’ondata di pensieri, un fiume di sensazioni che molte volte riesco a capire solo io ….forse.

Come giudicate la scena italiana?
Non facile…o troppo facile. Chi fa Rock (e usa l’inglese per una evidente questione eufonica), viene snobbato dalle Major, e magari ha difficoltà ad esibirsi dal vivo per mancanza di spazi o per esuberanza di “cover-bands”. Chi fa invece musica leggera italiana invece ha sicuramente molte probabilità di farcela, se ha i “requisiti” giusti. Chissà, forse un giorno canteremo anche noi “SOLECUOREAMORE”.

Quali aspettative avete dal vostro disco? e Quali sono le difficoltà maggiori a Vs giudizio x una giovane band?
Non abbiamo dubbi che riusciremo a fare qualcosa di molto buono e speriamo nel più breve tempo possibile. Siamo impaziente di portare la nostra musica in giro per l’Italia e perché no anche oltre…. Ripeto, il cantare in Inglese in Italia penalizza molto. Questo è proprio il “Belpaese”. Andiamo a comprare i dischi degli svedesi, dei neozelandesi o dei finlandesi che fanno Rock inglese (o americano)…ma se sei Italiano, NO! Devi cantare in Madrelingua. E’ per questo che ho inoltrato richiesta di cittadinanza a Lousville…

One Way Ticket

Sono al primo cd autoprodotto gli one way ticket, gruppo nato nel 2003 dalla confluenza di esperienze musicali diverse, ma con un’unica passione comune: il rock.

Il loro primo cd (6 pezzi rigorosamente in inglese) è composto interamente da brani inediti; al primo ascolto il lavoro non si fa cogliere nella sua interezza, occorrono infatti più passaggi per poterlo comprendere alla perfezione.

L’album omonimo degli one way ticket è un lavoro ricco di spunti interessanti che al suo interno alterna brani intimistici (come nel caso di “dedicated to her”) a pezzi ricchi di energia come “about me”.

Ottima la registrazione ed il suono, curato fin nei minimi particolari così come l’arrangiamento dei brani che denota un certo gusto personale e una discreta padronanza nell’uso degli strumenti.

Unico punctum dolens del lavoro risulta essere la parte vocale, che in alcuni casi appare approssimativa e con delle analogie imbarazzanti con Pearl Jam e Led Zeppelin.

Purtroppo all’interno del demo non sono inseriti i testi delle canzoni, cantate in un inglese a tratti superficiale.

Suggerisco una maggiore ricercatezza nei testi ed un percorso più originale per la parte vocale, sviluppando i molti spunti interessanti proposti nell’album.