ACID BRAINS – ‘NEW SHIT IN MY MIND’
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Etichetta: Autoprodotto
Durata: 32 min.
Tracklist:
1. Shit, milk & pain
2. Agony
3. Flowers sniffing
4. People don’t understand
5. Enemies
6. I’m gone
7. Take another way
8. If you think
Otto pezzi d’ispirazione grunge per un gruppo con dei bei concetti, ma ancora con molto da lavorare a livello di melodia e tappeti sonori,di sound e soprattutto di personalità.
Presenti nella scena grunge italiana dal 1997 “New shit in my mind” è il terzo lavoro dei lucchesi Acid Brains.
Il biglietto da visita è subito presentato dall’artwork del cd: grafica e interno curati e in ottimo tema con il titolo:New shit in my mind (Nuova merda nella mia testa).
L’impatto della band è dato dall’ impronta grunge “made in Seattle” che ruota tra rabbia, sofferenze e malinconie tant’e’ che possiamo paragonare questa giovane band ai nirvana depressi.
L’imperfezione della band,a mio parere, è dovuta a un cantato non perfetto e a poca creatività causata da un troppo accostamento ai nirvana;Il giusto contesto invece è dato dalla personalità con cui il trio si esprime:melodia,sofferenza,passione,rabbia e tanto cuore anche se nel complesso “New shit in my mind” risulta essere vuoto,non completo dovuto all’assenza di doppie voci,contro canti,cori, sopra incisioni ecc.
Tutto accennato precedentemente viene riscontrato in tutto l’ascolto del cd; ed anche se “Shit, milk & pain”, “Agony”, “Flowers sniffing” risultano essere degli ottimi e affascinanti brani, l’etichetta Nirvana dimezza di molti punti questa giovane band toscana.
Un leggero sbalzo tra sonorità più punk è dato da “Enemis”.
“I’m gone” (con ottimi spunti Smashing Pumpkins) e “Take another way” invece risultano essere curate nella forma, nella melodia e negli ottimi e cantabili ritornelli.
Credo che un completo distacco da Mr. Cobain e compagni e l’intrapresa di una propria strada e personalità, potrebbe fruttare un “ottimo sangue” ed eccellenti iniziative a tutte le band, che come gli Acid Brains, inseguono il proprio mito percorrendo una strada altrui e non la propria.
“E’ proprio qui il punto del fascino: rincorrere la diversità. . .”