Erotomania: il nuovo per ‘The Marigold’
Quando metti su Eurotomania, ultima creatura dei ‘The marigold’, non pensi affatto (purtroppo!) di star ascoltando il lavoro di una band italiana e te ne puoi accorgere solo aprendo il book e leggendo i nomi dei componenti di questo giovane ‘power trio’ abruzzese “new wave- experimental- alternative”: Marco Campitelli, voce, chitarre tastiere, noises, samples; Stefano Micolucci, basso; Giovanni Lanci, batteria e percussioni. La giovane band abruzzese, dopo aver inciso svariati demo ed esser sopravvissuta a diversi cambi di line-up, ha pubblicato a Marzo la seconda opera, appunto “Eurotomania”, con il produttore Amaury Cambuzat (nome che ricorda inevitabilmente gli Ulan-Bator e Faust) e per l’etichetta ‘I dischi del minollo’. Il risultato sono nove tracks per una miscela di atmosfere dark, sonorità noise, metal e crossover, a cui si somma un cantato (purtroppo!) in inglese, che ricorda (troppo!!) la voce di Robert Smith. Chiaramente influenzati da bands come Deftones, The Cure e Joy division, ma anche Him e Queens of the stone age; il disco si apre con ‘diade02’, una sorta di intro strumentale fatto di atmosfere cupe; segue ‘Orgy’, davvero penetrante, dove i riff e gli intrecci di chitarre, ma soprattutto la voce, rendono chiari i riferimenti ai Deftones. L’ascolto continua poi con ‘A simple reflex to the light’ e ‘Voices’, terza e quarta traccia, dove invece emerge preponderante la netta influenza dei Cure. Si prosegue con ‘Dogma’, chitarre pesanti, profonde, sonorità malinconiche ed angosciose.. si differenzia lievemente dalle altre tracks ‘Mercury’, cantata in francese da Amaury. In ‘Mongolia’, settima traccia, è notevole lo strumentale finale che ‘spacca di brutto’ e in ‘9%’, la successiva, tornano gli urli e gli echi effettati ancora una volta in puro stile Deftones. L’ ascolto si conclude con il brano omonimo dell’album,‘Erotomania’, lunghissima, interessante, che fluttua tra chitarre stratificate e psichedeliche. Un disco dunque che si ricorda soprattutto per gli ottimi arrangiamenti, le sonorità e le atmosfere dardeggianti. Convincono meno i cantati, poco originali e ripetitivi, che in generale necessitano di maggiore ricerca sulla voce, sia per quanto riguarda l’interpretazione che gli effetti; un lavoro che permetta di creare un maggiore e più definito sound. ‘Erotomania’ è dunque un viaggio nella dimensione più ‘nera’ dei Marigold che piacerà sicuramente agli amanti del genere.
R.M